Pieter Bruegel il Vecchio (nato all’incirca nel 1525 e scomparso nel 1569), rinomato pittore fiammingo del Rinascimento, è stato già citato da Astarte per i suoi contributi all’arte moderna, in particolare per i suoi paesaggi invernali ed innevati.
Sappiamo che la sua formazione artistica ebbe inizio a Bruxelles sotto la guida del maestro Pieter Coecke van Aelst e che, nel 1551, si sposò con Mayken Coecke, figlia del suo insegnante, consolidando le sue radici all’interno della tradizione artistica locale.

Bruegel sviluppò velocemente uno stile unico, contraddistinto da una penetrante osservazione della quotidianità e una maestria tecnica. La sua poetica artistica si manifesta nella ritrattura realistica della vita contadina, con particolare attenzione ai dettagli. Le sue opere emergono distintamente per le scene affollate di mercati, le festività popolari e i panorami rurali.
Il suo interesse per la vita ordinaria si riflette nella scelta di temi meno convenzionali rispetto ai suoi contemporanei, spesso orientati verso miti o temi religiosi. Bruegel, al contrario, prediligeva immortalare la diversità e la complessità della vita quotidiana, offrendo uno sguardo autentico sulla società del suo tempo. La sua esistenza fu interamente permeata da periodi di viaggi e ispirazioni, incluso un soggiorno in Italia che ne influenzò lo stile attraverso il contatto con le opere della Rinascita italiana. Pur assimilando nuove influenze, Bruegel mantenne saldamente le sue radici fiamminghe, consolidando la sua identità artistica all’interno del contesto culturale locale. La sua morte precoce nel 1569, all’età di soli 44 anni, lasciò un’eredità artistica duratura. Pieter Bruegel il Vecchio si distinse come pioniere nel ritrarre la vita quotidiana con una maestria ineguagliabile, il cui impatto sulla pittura fiamminga ed europea del Rinascimento perdura ancora oggi.
Il punto focale di questo articolo sarà il viaggio del pittore in Italia e la passione che sviluppò nei confronti della città di Napoli.Pieter Bruegel il Vecchio, durante il suo viaggio in Italia, infatti,, immortalò con maestria il vibrante scenario del porto di Napoli in un dipinto intitolato “Veduta del porto di Napoli“. Sebbene la datazione esatta di questa opera rimanga imprecisa, essa rappresenta un prezioso documento della sua visita nella città italiana. Quest’opera misteriosa, priva di firma e datazione certa, si è immersa nel ricco contesto delle collezioni Doria fin dal 1794, quando fu registrata. La sua storia affonda le radici anche in passato, suggerendo possibili appartenenze alla raccolta di Pieter Paul Rubens nel 1640 e, ancor prima, al cardinale De Granvelle nel 1607. L’affascinante raffigurazione realistica del porto di Napoli ha alimentato speculazioni sulla sua creazione, sostenendo l’idea che potrebbe derivare da schizzi effettuati sul luogo durante un presunto soggiorno italiano dell’artista intorno al 1552. Sebbene la datazione rimanga enigmatica, si presume comunemente che l’opera risalga al periodo del rientro di Bruegel nelle Fiandre, stimato verso il 1556. La presenza di velieri, protagonisti anche di incisioni risalenti agli anni 1560-1565, conferisce ulteriore complessità e fascino alla composizione.

Nella parte anteriore del dipinto si intravede una possibile scena di battaglia navale, animata da velieri, galere e imbarcazioni a remi più piccole. Tra sbuffi di fumo e incerte traiettorie di palle di cannone, l’evento marittimo resta avvolto da un alone di mistero e ambiguità interpretativa. Il paesaggio di sfondo, con il golfo di Napoli e il Vesuvio, è delineato con uno stile tipico degli artisti fiamminghi dell’epoca, caratterizzato da un orizzonte rialzato. Questa scelta compositiva, occupando oltre la metà del dipinto, regala ampiezza e profondità alla veduta. La precisione con cui Bruegel ha ritratto monumenti come i resti di Castel dell’Ovo, Castel Nuovo, la Torre San Vincenzo e i moli semicircolari evidenzia la sua attenzione ai dettagli architettonici. Tuttavia, la fantasia introdotta nella forma semicircolare dei moli, in contrasto con la forma rettangolare documentata nelle carte topografiche contemporanee, suggerisce un’intenzione artistica di conferire eleganza e dinamismo alla rappresentazione.

Inoltre, il pittore fiammingo del Rinascimento ritrasse Reggio Calabria in un disegno datato intorno al 1552, esponendo la città in fiamme a causa di un attacco turco. Questa scena drammatica riflette le tensioni geopolitiche dell’epoca e dimostra la capacità di Bruegel di catturare momenti storici cruciali con intensità narrativa. La visione apocalittica della devastazione di Reggio Calabria a causa delle incursioni piratesche lasciò un’impressione così profonda su Bruegel che divenne un tema ricorrente nelle sue opere successive; la sua abilità nel trasmettere drammaticità e narrativa storica attraverso la pittura conferisce un carattere distintivo alla sua produzione artistica.